Gli studenti stranieri in Italia sono pochi

By: Angelo Rossi0 comments

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Secondo l’ultimo report “Education at a glance” pubblicato dall’OCSE gli studenti stranieri in Italia sono solo 3% degli studenti universitari totali ed abbiamo solamente 2,79 studenti stranieri che arrivano in Italia per ogni 100 studenti italiani iscritti ad un ciclo di istruzione terziaria, in Italia o all’estero.

Tuttavia la presenza di studenti stranieri in Italia è distribuita in modo eterogeno all’interno dei diversi atenei. Due sono le informazioni più interessanti.

La prima riguarda gli atenei con una proporzione di studenti internazionali maggiore. Se consideriamo l’anno accademico 2020/21 l’ateneo con più studenti stranieri in Italia iscritti per la prima volta all’università sul totale degli immatricolati è quello di Roma Saint Camillus con un 40,7% di persone straniere. Segue al secondo posto l’Università di Perugia per Stranieri con il 39,9% e al terzo l’Humanitas University con il 30,7%. (Trovi la classifica degli atenei in questo articolo blog). Tuttavia questo dato è influenzato dalla ridotta grandezza e lo status privato di questi atenei.

La seconda informazione riguarda l’evoluzione nel tempo. Comparando le iscrizioni degli studenti stranieri in Italia nell’anno accademico 2016/2017 e quelle del 2020/21 e considerando solo gli atenei che hanno visto crescere il totale degli immatricolati, si scopre che l’ateneo in cui è aumentata maggiormente la quota di immatricolati stranieri è l’Università di Cassino con una crescita di 13,5 punti percentuali (pp.). Il podio è completato da Milano San Raffaele (+ 7,6 pp.) e dall’Università di Messina con un incremento di 5,8 punti percentuali.

In questo contesto attuale le difficoltà di spostamento imposte dalla recente pandemia da Covid-19, l’aumento dei corsi online e dell’offerta di players internazionali, rendono ancora più complesso il compito delle università di attrarre nuovi studenti. Però il processo di internazionalizzazione ricopre un ruolo di importanza strategica nella creazione di capitale umano e nel contribuire alla ricchezza culturale ed economica. Per questo motivo è necessario investire affinché questi scambi continuino a crescere.

Nel dibattito di tutti i giorni ci si preoccupa spesso dell’imponente fenomeno di abbandono dei talenti italiani che preferiscono emigrare all’estero per ragioni di studio o di lavoro. Tuttavia, la stessa attenzione non viene forse dedicata all’attuale scarsa attrattiva dei nostri atenei nonostante le eccellenze di alcune nostre università e il rinomato fascino culturale dell’Italia. Secondo voi, come è possibile utilizzare al meglio le risorse che arriveranno dal PNRR per cambiare questo trend?

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