Una quotidianità “a distanza”: quali sono le implicazioni sugli studenti più giovani?

By: Sofia Alessandra Leone0 comments

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In questo precedente articolo, abbiamo analizzato i dati relativi all’erogazione di corsi con modalità telematiche. Ci eravamo lasciati con delle domande, relative soprattutto ai diversi problemi di cui iniziamo a sentir parlare vista l’introduzione forzata della didattica a distanza: mancanza di interazione, difficoltà a socializzare e sviluppare soft skills necessarie per l’ingresso nel mercato del lavoro.

Oggi ci concentreremo nell’analizzare le implicazioni che la pandemia e la vita quotidiana “a distanza” hanno avuto sui nostri studenti più giovani.

Come stanno i giovani costretti ad una “quotidianità a distanza”?

La scorsa settimana l’Istat ha pubblicato l’indagine dal titolo “I ragazzi e la pandemia: vita quotidiana a distanza” realizzata su circa 40mila alunni delle scuole secondarie per valutare le implicazioni che la pandemia e la didattica a distanza hanno avuto sugli studenti.

Da questa analisi abbiamo selezionato 3 elementi che ci sono sembrati particolarmente significativi:

  • il primo elemento riguarda le implicazioni sociali. Il distanziamento sociale a cui sono stati esposti i ragazzi e le ragazze ha causato un crollo nella frequentazione di amici (diminuita per il 50% del campione intervistato) e un aumento dell’utilizzo dei social per comunicare;
  • il secondo elemento riguarda le conseguenze negative legate all’apprendimento. Infatti, nonostante i giovanissimi facciano ampiamente ricorso a internet per numerose attività, il 70% di loro trova più faticoso seguire le lezioni a distanza e circa 67% preferisce la didattica in presenza;
  • il terzo ed ultimo elemento riguarda l’aumento delle disuguaglianze causato dal divario relativo alle dotazioni digitali possedute dai nostri ragazzi per seguire le lezioni. Il 50,9% dichiara di aver avuto problemi con la connessione internet. Inoltre, i divari sono accentuati anche se si guarda ai devices (come pc e tablet) posseduti dagli studenti. I più svantaggiati sono gli studenti stranieri che hanno fatto maggiormente ricorso al cellulare per seguire le lezioni (64,3% contro 53,7% degli Italiani).

Una socialità vietata

I dati che abbiamo appena discusso ci mostrano come le implicazioni dal punto di vista sociale e scolastico non siano banali.

L’esperienza delle restrizioni volte a mantenere il distanziamento sociale ha colto di sorpresa i ragazzi e le ragazze in una fase del loro percorso di vita in cui la dimensione sociale assume un ruolo di primo piano, con ripercussioni su tutte le principali dimensioni della loro quotidianità fatta di scuola, attività extrascolastiche, relazioni con i pari e tempo libero.

Possiamo trovare alternative?

Questo periodo forzato di Didattica a Distanza dovrebbe spingere a porci ulteriori domande: come è possibile impostare le lezioni in modo innovativo, per migliorare l’apprendimento dei ragazzi?

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