Gli ITS potrebbero sostituire le triennale?

By: Sofia Alessandra Leone0 comments

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Parliamo spesso di quanto sia importante fornire competenze pratiche. In questa puntata analizzeremo l’attività svolta dagli ITS e il ruolo sempre più importante che queste fondazioni potrebbero avere nei prossimi anni.

3 dati che raccontano gli ITS

A breve la nuova riforma sugli ITS diventerà realtà. Prima di raccontarvi le novità in vista però vi presentiamo tre dati sugli Istituti Tecnici Superiori.

  • Il primo riguarda la platea di persone iscritte. Gli iscritti sono giovani, in prevalenza maschi (il 72,6%), tra i 20 e 24 anni (il 42,4%), in possesso di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado ad indirizzo tecnico (il 59%). Tuttavia è interessante il progressivo incremento degli iscritti provenienti dai licei (21%).
  • Il secondo dato riguarda l’aspetto occupazionale. Seconde le analisi condotte da N.D.I.R.E (Istituto nazionale documentazione, innovazione e ricerca educativa),  l’80% dei diplomati ITS ha trovato lavoro a un anno dal diploma e, nel 92% dei casi, in un’area coerente con il percorso di studi.
  • Il terzo ed ultimo dato riguarda la qualità del lavoro. Il 42% degli occupati ha trovato lavoro con contratto a tempo determinato o lavoro autonomo in regime agevolato, tipologia contrattuale più utilizzata in tutte le aree tecnologiche. Unica eccezione per le Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, area nella quale prevale l’apprendistato.

3 aspetti per rinnovare gli ITS

Se appare chiara la funzionalità del sistema ITS, le fondazioni potrebbero assumere un ruolo ancora più centrale nel sistema di istruzione italiano, rendendo più sfidante il confronto con l’università.

Infatti, la riforma degli ITS dovrebbe diventare legge a tutti gli effetti a breve, prevedendo l’identificazione degli ITS come percorsi formativi terziari professionalizzanti che, al pari di università, assumeranno un ruolo di tutto rispetto nel sistema educativo italiano. Nello specifico la riforma, composta da 16 articoli si propone di agire su tre differenti aspetti:

  • Primo, incremento del numero di aree tecnologiche introdotte dalla dpcm del 2008;
  • Secondo, aggiornamento biennale delle materie oggetto di insegnamento;
  • Infine, terzo, si potrà contare su finanziamenti stabili in cui sarà prevista l’erogazione di 68 milioni di euro quest’anno e 48milioni annui a partire dal 2023.

ITS: un modello vincente?

Sebbene siano stati fatti dei progressi, non mancano di certo le criticità su cui sarà importante lavorare. Per esempio, ancora 8 italiani su 10 non conoscono gli ITS e, di conseguenza, lavorare anche sull’orientamento sarà fondamentale.

Quali pensate possano essere i punti di forza e di debolezza del modello ITS?

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