Ci aspetta un’università senza immatricolati?

By: Sofia Alessandra Leone0 comments

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Dopo 9 anni di crescita costante, la domanda di immatricolati è tornata a ridursi, facendo registrare il calo più brusco degli ultimi 10 anni.  

Nella puntata di oggi cercheremo di capire come stanno cambiando le esigenze dei nuovi immatricolati. 

Una diversa domanda di immatricolati

Attraverso le analisi realizzate per Discovery, la nostra banca dati con la quale forniamo alle università insights di valore per migliorare il loro posizionamento, abbiamo rilevato alcuni importanti trend su come sta cambiando la domanda di immatricolati nelle università italiane.  

Presenteremo i risultati più interessanti in un Webinar venerdì 27 maggio alle 14: per conoscere i principali risultati del n ostro studio è possibile prenotarsi all’evento live su Zoom.

Nel frattempo condividiamo con voi 3 insights:

  • il primo dato riguarda l’andamento degli immatricolati da un punto di vista geografico, la riduzione maggiore è avvenuta tra gli atenei del Nord-Est, in cui durante l’aa. 2021/22 sono stati registrati oltre 2.500 immatricolati in meno rispetto all’aa precedente. Guardando agli atenei, quello che ha guadagnato più quota di mercato è stato Bologna, seguito da Padova e Catania;
  • il secondo dato riguarda le classi di laurea: 3 delle 5 classi di laurea con una maggiore crescita afferiscono all’area sanitaria: parliamo di professioni sanitarie tecniche, professioni sanitarie della prevenzione e medicina e chirurgia. La pandemia sembrerebbe aver avviato un processo di migrazione della domanda verso classi connesse al mondo sanitario; 
  • il terzo ed ultimo dato guarda al futuro: le proiezioni sulla popolazione giovanile ci fanno notare come i giovani tra i 18-21 anni siano destinati a diminuire fino al 2042. Assumendo costante l’ultimo dato sulla quota di immatricolati (13% circa), se non cambiano i tassi di immatricolazione, nell’a.a. 2041-2042 sarà ragionevole attendersi circa 70.000 immatricolati in meno rispetto a quelli dell’a.a. 2021/22. In altre parole, il numero di persone in meno sarà pari a quello accolto ad oggi dai 55 atenei con il minor numero di immatricolati annui. 

Quali strategie ci sono per rispondere a questo calo di immatricolati?

Per contrastare il trend demografico e reagire alla riduzione di immatricolati gli atenei dovranno essere bravi a comprendere su quali leve agire per limitare i danni e rispondere ai cambiamenti in atto. 

A tal proposito possiamo individuare due potenziali soluzioni: 

  • La prima potrebbe essere quella di cercare di ampliare il bacino di popolazione a cui offrire i corsi universitari, riferendosi a fasce demografiche differenti o attirando studenti internazionali; 
  • La seconda punta ad adattare l’offerta formativa alle esigenze di studenti e imprese al fine di poter incrementare la quota di popolazione che decide di immatricolarsi all’università.

Come uscire da questa empasse?  

Le modifiche della domanda di istruzione universitaria ci mostrano come le esigenze degli studenti siano in rapida evoluzione.  

Tuttavia, gli atenei rischiano di andare incontro ad un mix di fattori molto preoccupanti:

  • l’aumento dell’offerta formativa universitaria che ha superato i 5.000 corsi di laurea;
  • l’incremento della competizione di altri players come ITS e bootcamps;
  • la riduzione della popolazione giovanile;
  • un tasso di istruzione della popolazione che non riesce a decollare 

In pratica le università rischiano di trovarsi in un contesto in cui si compete sempre di più per un numero sempre inferiore di utilizzatori finali 

Come uscire da questa empasse?  

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