Tre statistiche incoraggianti sul gender gap STEM
Il 18% delle ragazze che si iscrive all’università sceglie un corso di laurea STEM. Mentre sono il 39% dei ragazzi a farlo. Abbiamo scelto di parlare del fenomeno del gender gap STEM mettendo in luce alcune notizie positive emerse dallo studio realizzato dal nostro Osservatorio Talents Venture in collaborazione con Stemiamoci.
Per studiare il gender gap STEM occorre partire da un dato di contesto. Nel nostro sistema universitario le donne rappresentano oltre il 55% degli iscritti. Tuttavia, dai dati sui corsi di laurea STEM emerge un quadro sostanzialmente invertito. Fatto 100 il numero di iscritti ai corsi di laurea scientifici, il 63% sono uomini mentre solo il 37% sono ragazze. La partecipazione però si riduce ancora, scendendo attorno al 20%, nei corsi di laurea come ingegneria meccanica o elettronica.
I dati possono sembrare scoraggianti, tuttavia vogliamo fornire tre statistiche positive per dare una luce di speranza.
La prima riguarda il confronto nazionale. Le ragazze residenti al Sud hanno una maggiore propensione ad iscriversi ad un corso di laurea STEM. Le percentuali fatte registrare dalle residenti di regioni come Campania e Calabria sono superiori di quelle della media nazionale.
Allargando lo sguardo a livello internazionale, scopriamo la seconda statistica che deve darci fiducia per il futuro del gender gap STEM. Se si considera la partecipazione femminile sul totale degli iscritti STEM, l’Italia è tra le prime nazioni in Europa, quarta dietro a Polonia, Islanda e Romania.
Terzo dato riguarda le iscritte in ingegneria biomedica. Se è vero che la partecipazione delle ragazze ai corsi di Ingegneria è molto contenuta, la laurea in ingegneria biomedica rappresenta una best-pratice da cui bisognerebbe trarre ispirazione. Il corso di laurea Magistrale in Ingegneria Biomedica è infatti l’unico, all’interno della famiglia delle Ingegnerie, a presentare un numero di ragazze superiore a quella di ragazzi.