Quali sono le aziende leader dell’occupazione?
Lavoro e felicità: un binomio inscindibile
Per la maggior parte delle persone, l’istruzione è il ponte che collega il desiderio di felicità con la possibilità concreta di benessere. Le persone vogliono essere felici, e per esserlo – tra vari fattori – devono poter avere un reddito. In condizioni normali – e in assenza di rendite – il reddito nasce dal lavoro. E oggi, più che mai, lavorare non significa solo mettere a disposizione il proprio tempo, ma soprattutto offrire competenze acquisite con studio, pratica ed esperienze di vita. In un contesto attuale in cui si moltiplicano le previsioni sui lavori destinati a sparire e delle aziende che licenziano personale per sostituirlo con sistemi di AI, abbiamo deciso di guardare a cosa è già accaduto: quali aziende hanno realmente creato occupazione?
Chi crea lavoro, davvero
La percentuale di persone occupate nel nostro Paese è strutturalmente inferiore a quella di altre economie europee: nel 2024, il tasso di occupazione in Italia è stato del 67,1%, contro l’81,3% in Germania, il 75,1% in Francia e il 71,4% in Spagna. Nonostante questi ostacoli, esistono realtà che hanno saputo attrarre e valorizzare persone. Il nostro ultimo studio – di cui leggete più dettagli nel corso della newsletter – ha analizzato le 180 aziende italiane che, tra il 2020 e il 2023, hanno aumentato maggiormente il numero di occupati. In totale, più di 100.000 posti di lavoro creati. A guidare la classifica ci sono BPER Banca, Capgemini e PWC Business Services. I settori più rappresentati sono Finanza, ICT, Chimica e Pharma. Colpisce anche la crescita in piccoli comuni – da Ospedaletto Lodigiano a Castelletto Stura – e il ruolo delle imprese di medie dimensioni nei settori Food & Beverage e Chimica.
Un ponte fragile
Nonostante questi segnali positivi, restano quattro grandi fratture nel nostro “ponte” tra istruzione e lavoro: l’ingaggio (troppi giovani non iniziano o abbandonano presto gli studi), la scarsità (formiamo più persone in ambiti già saturi e troppo poche dove c’è reale domanda), il disallineamento (le competenze apprese non sempre sono utili o attuali) e l’apprendimento (la didattica non sempre riesce a trasferire le competenze necessarie).
Minacce sistemiche: cultura e tecnologia
A queste fratture si aggiungono due sfide sistemiche. La prima è culturale: sempre più persone, pur avendo un lavoro stabile, si sentono insoddisfatte. Il lavoro, anziché fonte di autorealizzazione, diventa un fattore di alienazione. La seconda è tecnologica: l’intelligenza artificiale e l’automazione rischiano di minare il legame storico tra lavoro e reddito.
Se il ponte verso il lavoro diventa superfluo, dovremo costruirne uno nuovo verso la dignità e la realizzazione. Su questo tema mi sto interrogando molto e sono curioso di sapere cosa ne pensate.
La nostra ultima analisi
“Quali sono le aziende leader dell’occupazione?” è l’analisi che analizza come negli ultimi anni, 180 aziende private hanno creato oltre 100mila nuovi posti di lavoro nei settori strategici.
L’Italia sconta da anni un tasso di occupazione più basso rispetto ad altri Paesi europei. Eppure, negli ultimi anni, 180 aziende del settore privato si sono contraddistinte per un incremento della forza lavoro di oltre 100mila unità in settori chiave per lo sviluppo nazionale. Tra le aziende con il maggior incremento assoluto di occupati, sul podio troviamo:
- BPER Banca (+6.849 nuovi addetti)
- Capgemini (+4.901)
- PWC Business Services (+3.910)
In termini di distribuzione geografica, vengono rappresentate non solo le province di Milano e Roma, in cui ha sede il 40% delle 180 imprese individuate, ma anche Torino (al terzo posto, con 12 aziende), seguita da Modena e Firenze.
Sebbene si tratti per la maggior parte di grandi imprese, si distinguono anche 14 realtà di medie dimensioni, che hanno registrato crescite rilevanti specialmente nei settori Food & Beverage e Chimica e Pharma.
Due testimonianze di come queste aziende investono nella formazione e nella crescita delle persone:
- […] L’ingresso di nuove persone in azienda è inoltre legato al fatto che abbiamo investito in modo strategico in ambiti chiave come cloud, dati, intelligenza artificiale (inclusa l’AI generativa),
connettività e digital engineering […] – Michelangelo Ceresani, VP of Human Resources & Organization in Capgemini - […] Puntiamo sullo sviluppo di nuove professionalità in ambiti cruciali come intelligenza artificiale, dati, cloud e cybersecurity e competenze trasversali come pensiero critico, agilità, visione sistemica e collaborazione. – Francesca Romana Rossi, Responsabile Risorse Umane in Accenture Italia