Cercasi competenze: il mercato chiede, l’università risponde?

Il mercato del lavoro spinge le università al rinnovamento. Ma in quale direzione?

Incrocio (inefficiente) tra domanda e offerta

Grafico 1. – Figure professionali per numero di Immatricolati e percentuale di assunzioni con difficoltà di reperimento (2021)

Tabella 1. – Professioni con maggiore difficoltà di reperimento (DdR) e con maggior numero di immatricolati (2021)

Professioni (Top 5 per DdR)Immatricolati% DdR
Ingegneri elettronici e in telecomunicazioni49.49481%

Elettrotecnici

40.64475%

Ingegneri elettrotecnici

40.52373%

Tecnici programmatori

54.05864%

Responsabili di magazzino e della distribuzione interna

82.94762%

Le competenze richieste dal mercato del lavoro sono in continua evoluzione. Per mantenere vivo il contatto tra atenei e aziende è necessario che l’offerta di competenze del sistema universitario sappia rinnovarsi tempestivamente. Questo il tema al centro della terza release di Discovery, la banca dati di Talents Venture pensata per formare la governance degli atenei italiani, dal titolo “Cercasi competenze – Le sfide degli atenei nel mercato delle competenze”.

Il Report è stato presentato durante un webinar dedicato ed è possibile rivedere la registrazione dalla pagina Discovery del nostro sito.

Perché è importante parlarne

“Già oggi assistiamo a forti disallineamenti tra offerta e domanda di competenze: nonostante la difficoltà di reperire figure professionali come Ingegneri Elettronici, Elettrotecnici e Programmatori (le aziende segnalano criticità nel trovare candidati in oltre il 60% delle assunzioni realizzate di queste figure), il numero di studenti avviati dal sistema universitario alla formazione in queste discipline è ancora piuttosto contenuto.

Gli atenei stanno già lavorando per aggiornare i loro corsi, ma è fondamentale che questo rinnovamento passi per un dialogo convinto con tutti gli stakeholder della formazione, dalle imprese, alle istituzioni, agli studenti, dichiara Pier Giorgio Bianchi, CEO e Co-Founder di Talents Venture.

I risultati principali

Il Report “Cercasi competenze – Le sfide degli atenei nel mercato delle competenze” è la terza pubblicazione relativa alla banca dati Discovery 2023 di Talents Venture. I risultati principali, che costituiscono solo una parte dell’ampia mole di informazioni presenti nel report, mostrano che:

  1. Reperire risorse umane è sempre più difficile. Secondo i dati Unioncamere – ANPAL (Excelsior 2022), negli ultimi anni la percentuale di assunzioni per cui le aziende segnalano difficoltà di reperimento dei profili richiesti nel mercato del lavoro è aumentata dal 22% del 2017 al 40% del 2022. La motivazione principale? Il ridotto numero di candidati, che caratterizza il 60% delle assunzioni in cui sono emerse criticità. Nel 31% dei casi, invece, è stata l’inadeguatezza dei candidati incontrati il problema segnalato dalle imprese.
  2. Le professioni formate dagli atenei non rispondono alle esigenze delle imprese. Incrociando i dati sulla domanda di competenze e quelli relativi all’offerta formativa degli atenei italiani emergono evidenze preoccupanti*:
    • I profili più formati dagli atenei italiani sono quelli per cui le imprese segnalano minore difficoltà di reperimento: è il caso dei Segretari amministrativi, figura professionale verso la quale è avviato alla formazione un numero elevato di immatricolati (128.199 nel solo a.a. 21/22), ma per la quale è segnalata una bassa difficoltà di reperimento (risultano criticità solo nel 10% delle assunzioni).
    • I profili in cui viene formato un numero minore di laureati sono proprio quelli per cui è registrata maggiore difficoltà di reperimento: nel caso degli Ingegneri elettronici e delle telecomunicazioni, l’alta difficoltà di reperimento di queste professionali (criticità nell’80% circa delle assunzioni del 2021) è accompagnata da un numero di immatricolati formati alla professione relativamente contenuto (solo 49.494)
  3. Le sfide dell’università italiana. Per ridurre i disallineamenti con il mercato del lavoro gli atenei italiani devono fare i conti con quattro trend (o quattro sfide):
    • Skill Shortage, cioè il disallineamento che si crea nel mercato del lavoro tra la domanda delle imprese per certe figure professionali e la ridotta disponibilità di queste figure nel mercato. Questo fenomeno genera tassi occupazionali molto elevati in diverse classi di laurea (con valori sopra il 90%, come nel caso delle lauree in Informatica e Ingegneria**) e i laureati sono così richiesti che la maggior parte delle aziende faticano a trovare i profili di cui hanno bisogno; dall’altro esistono discipline in cui i tassi di occupazione sono eccessivamente contenuti a causa della scarsa domanda di lavoro per le professionalità formate: è il caso dei corsi in materie giuridiche, per i quali il tasso di occupazione a un anno dalla laurea è inferiore al 50%.
    • Skill mismatch, cioè il disallineamento tra le competenze richieste nel mercato per certe figure professionali e quelle effettivamente insegnate dagli enti formativi ai laureati in quelle discipline. Emblematico di questo disallineamento è il caso del software gestionale SAP che, pur essendo stato richiesto in quasi 50mila annunci di lavoro online nel 2022***, da un’analisi delle schede SUA dei corsi universitari appare esplicitamente insegnato in soli 38 corsi di laurea sugli oltre cinquemila attivi.
    • Learning gap, cioè la mancanza di docenti, metodi didattici innovativi e corsi di laurea per formare le competenze richieste dal mercato del lavoro. A complicare il rinnovamento dell’offerta degli atenei rispetto a questo gap sono la composizione del corpo docente (il 69% dei professori universitari – associati o ordinari – ha cinquant’anni o più****) e la rigidità strutturale dell’offerta formativa che rende per gli atenei lento e complesso rinnovare i corsi (un risultato di ciò è che in Scienze Matematiche e in Odontoiatria oltre il 90% dei corsi di 10 anni fa è oggi attivo esattamente con lo stesso nome).
    • Engagement gap, cioè la difficoltà di reperimento di persone da avviare alla formazione di competenze richieste dal mercato. Creare corsi e insegnamenti di interesse del mercato, infatti, non è sufficiente: i corsi che offrono competenze più richieste dalle aziende sono scarsamente considerati da interi segmenti di studenti e studentesse. È un esempio di ciò la partecipazione delle studentesse ai corsi di laurea STEM: nei corsi dei gruppi Informatica e ICT, Ingegneria industriale e dell’informazione, Architettura e Ingegneria Civile e Scientifico le donne rappresentano solo il 39% di chi ottiene la laurea.

* Elaborazione Osservatorio Talents Venture su dati Unioncamere – ANPAL, dati MUR (Ufficio Statistico) e schede SUA dei corsi di laurea italiani.
** Elaborazione Osservatorio Talents Venture su dati AlmaLaurea.
*** Elaborazione Osservatorio Talents Venture su dati Lightcast/Spotlight.
**** Elaborazione Osservatorio Talents Venture su dati MUR (Ufficio Statistico).

Conclusioni

Il report evidenzia come alla base dell’aumento della difficoltà di reperimento dei profili richiesti dalle imprese ci siano delle carenze dal lato dell’offerta di competenze da parte del sistema universitario.

“L’università italiana sta cambiando significativamente, ma occorre essere ancora più efficaci. Per riallinearsi con il mercato del lavoro, è necessario che il rinnovamento dell’offerta formativa sia data-driven, cioè guidato da un’attenta analisi delle molte fonti di dati che raccontano le esigenze delle imprese, e trasversale, cioè che riguardi tutti i corsi di laurea, anche quelli storicamente meno vicini al mondo delle imprese.

Esempi recenti e virtuosi di questo tipo di rinnovamento sono i corsi in Filosofia e Intelligenza Artificiale presso La Sapienza e in Linguistic Computing presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore”, dichiara Carlo Valdes, Economista e Business Data Manager di Talents Venture.

Rigidità dell’offerta universitaria tra A.A. 2011/12 e A.A. 2022/2023

Tabella 2. – Classi di laurea con minor rinnovamento 

(% dei corsi dell’a.a. 11/12 che esiste ancora nell’offerta a.a. 2022/23; solo classi con almeno 20 corsi)

Classe di laureaCorsi attivi nell’a.a. 11/12% immutati nell’a.a. 22/23
Scienze matematiche40100,0%

Odontoiatria e protesi dentaria

3494,1%

Scienze e tecnologie fisiche

4787,2%

Farmacia e farmacia industriale

6186,9%

Scienze biologiche

4684,8%

Scienze e tecnologie chimiche

4883,3%

Scienze della formazione primaria

2680,8%

Scienze e tecnologie alimentari

5780,7%

Magistrali in giurisprudenza

7580,0%

Scienze e tecniche psicologiche

4379,1%

Tabella 3. – Classi di laurea con maggior rinnovamento 

(% dei corsi dell’a.a. 11/12 soggetto a rinnovamento e che non esiste più; solo classi con almeno 20 corsi)

Classe di laureaCorsi attivi nell’a.a. 11/12% rinnovati nell’a.a. 22/23
Ingegneria delle telecomunicazioni2885,7%

Sociologia e ricerca sociale

2479,2%

Prof. san., infermieristiche e ostet.

24474,6%

Scienze della politica

2572,0%

Scienze dell’economia

6371,4%

Scienze dell’amminist. e dell’org.

3171,0%

Scienze delle pubbliche amm.

3167,7%

Sc. della com. pubb., d’impresa (…)

2766,7%

Scienze dei servizi giuridici

5261,5%

Biotecnologie mediche, vet. e farm.

4560,0%

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