L’analisi di Talents Venture sull’internazionalizzazione degli atenei italiani racconta i trend crescenti nel numero di iscritti con cittadinanza estera negli ultimi 10 anni.
Di questi studenti, la maggioranza proviene da Paesi europei ed asiatici, come si legge nel settimo report di Discovery, la banca dati di Talents Venture pensata per formare la governance degli atenei italiani, dal titolo “Internazionalizzazione degli atenei. La corsa (a ostacoli) per attrarre studenti stranieri”.
Tuttavia, i cambiamenti demografici a cui assisteremo nel prossimo ventennio ridisegneranno il panorama universitario italiano, rendendo ancora più chiara la necessità degli atenei di attrarre studenti e studentesse da altri Paesi.
Per questo motivo, il 15 dicembre alle 11.00, all’interno del Webinar dedicato alla banca dati Discovery di Talents Venture, saranno mostrati i risultati principali dell’analisi.
Andare all’estero per attrarre nuovi studenti, non è una soluzione magica per gli atenei. Come ogni buon navigatore sa, non basta aprire nuove rotte per garantire un viaggio di successo. È essenziale avere una nave solida e ben equipaggiata.
Allo stesso modo, gli atenei che faticano ad attrarre studenti italiani non possono semplicemente pensare di navigare in nuovi mari sperando di attrarre studenti internazionali.
Devono prima assicurarsi che la loro “nave” – ovvero l’offerta didattica, i servizi agli studenti, gli spazi – sia all’altezza del viaggio. Detto in altre parole, l’internazionalizzazione del sistema universitario italiano è fondamentale, ma non è la panacea per tutti i mali”, dichiara Pier Giorgio Bianchi, CEO e Co-Founder di Talents Venture.
Di seguito sono presentati alcuni dei risultati più rilevanti contenuti nel report, che rappresentano solo una parte dell’ampia mole di informazioni disponibili nel documento*:
I dati sono irreversibili: i bacini esteri da cui il nostro sistema universitario oggi attrae studenti perderanno rilevanza nei prossimi 20 anni. Perché il declino demografico non è una “specialità” solo italiana, ma riguarderà trasversalmente molti Paesi.
Occorrerà quindi guardare, già da oggi, alle aree del mondo in cui la popolazione cresce, e i bacini più interessanti per gli atenei italiani sono i Paesi africani. Tuttavia, ad oggi, per una molteplicità di ragioni, gli studenti di queste aree preferiscono altri Stati europei per studiare, come Francia, Germania o Portogallo.
Come possono quindi gli atenei italiani scardinare il paradigma che oggi porta gli studenti esteri altrove? La partita si vince diventando più attraenti su tre temi: (i) servizi agli studenti, (ii) capacità di placement nel mercato del lavoro e (iii) snellimento della burocrazia”, commenta Carlo Valdes, Head of Insights & Data Analytics di Talents Venture che ha coordinato l’analisi.
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