THE novembre 2022

By: Sofia Alessandra Leone0 comments

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ITS. Cosa ne pensano gli studenti e le studentesse?

Un’ampia offerta formativa, ma pressoché sconosciuta

 

Gli ITS sono una tra le strade percorribili per la formazione post-diploma di scuola secondaria e sono stati recentemente oggetto di una riforma prevista nel PNRR. Tuttavia, tramite un’indagine campionaria condotta con l’Osservatorio Talents Venture, abbiamo rilevato che gli studenti e le studentesse delle scuole superiori non ne conoscono l’offerta formativa e che il loro interesse per questo modello formativo è frenato da alcuni ostacoli difficili da superare.

CONTESTO

Gli ITS (precedentemente “Istituti Tecnici Superiori” e dal 2022 “Istituti Tecnologici Superiori” o “ITS Academy”) costituiscono oggi una delle alternative formative post-diploma, e sono il risultato della collaborazione di imprese, università, centri di ricerca, enti locali e scuole. Ad oggi gli ITS nel Paese sono 128, contano quasi 20mila iscritti e hanno risultati occupazionali interessanti: secondo i dati più recenti, infatti, 8 diplomati su 10 negli ITS trovano lavoro a un anno dal diploma, e il 91% di chi trova occupazione svolge un lavoro coerente con il percorso di studi concluso (dati INDIRE).

 

PERCHÉ È IMPORTANTE PARLARNE

Approfondire l’attrattività degli ITS è rilevante per:

  1. le imprese, per cui gli ITS rappresentano un bacino di formazione delle competenze all’interno di cui possono avere una buona capacità di influenza sui piani formativi;
  2. le università, per cui gli ITS sono partner potenziali nell’offerta formativa sui territori;
  3. le pubbliche amministrazioni, considerato che gli ITS sono uno strumento pensato per avere ritorni occupazionali elevati e favorire lo sviluppo di settori strategici.

 

I RISULTATI PRINCIPALI

I corsi ITS, in accordo con gli ultimi provvedimenti normativi, hanno le seguenti caratteristiche:

  • la durata è di almeno 4 semestri (almeno 1.800 ore) e può arrivare fino a 6 semestri;
  • almeno il 35% della durata dei corsi dev’essere svolto come stage o tirocinio;
  • il corpo docente dev’essere almeno per il 50% composto da professionisti e professioniste provenienti dalle imprese partner.

 

Secondo i dati più recenti (INDIRE e Camera dei Deputati), gli ITS oggi in Italia sono 128, contano 19.137 iscritti e vedono coinvolti 3.260 soggetti partner, di cui 1.330 imprese*.

 

Tuttavia, nonostante la forte attenzione mediatica e la struttura formativa orientata alla rapida immissione nel mercato del lavoro, gli ITS hanno finora riscosso un interesse contenuto da parte dei giovani.

 

Abbiamo quindi realizzato un sondaggio su ragazzi e ragazze del IV e V anno delle scuole superiori che avessero almeno una minima propensione a iscriversi all’università. Lo scopo dell’analisi è stato sondare la loro conoscenza degli ITS e il loro interesse per questo tipo di formazione in alternativa alla laurea**. Abbiamo trovato che:

 

  1. quattro giovani su dieci non sono a conoscenza dell’esistenza degli ITS;
  2. anche tra chi ne conosce l’esistenza, la conoscenza è superficiale. Solo il 18% del campione, infatti, dichiara di essere realmente informato sugli ITS mentre il 42% dichiara di conoscerli solo per sentito nominare;
  3. ci sono rilevanti differenze tra fasce di reddito. Tra gli studenti appartenenti a famiglie a reddito più alto, la percentuale di chi non conosce gli ITS è del 38%; tra gli studenti di famiglie a reddito basso il valore sale al 51%;
  4. avuta la spiegazione di cosa sia un ITS, il 63% dei rispondenti ritiene abbastanza o molto interessante la loro offerta formativa. In particolare, la ritiene molto interessante il 25% delle ragazze e il 21% dei ragazzi;
  5. il 51% di coloro che dichiara di non essere attratto dagli ITS individua come freno all’interesse le materie trattate, che ritiene non di proprio interesse;
  6. non è percepito un chiaro valore aggiunto rispetto a scuola e università. Il 23% dei “non interessati” agli ITS, infatti, sostiene che scegliendo questa opzione non otterrebbe competenze maggiori rispetto a quelle ottenute alle scuole superiori. Per contro, il 22% dichiara di non percepire negli ITS rilevanti differenze con il percorso universitario (che, però, consente di ottenere la laurea).

 

LE CONCLUSIONI

Nel PNRR sono stati stanziati 1,5 miliardi di euro ed è stata prevista una riforma per potenziare l’offerta degli ITS, aumentarne l’attrattività e chiarire alcuni elementi di governance. L’insieme di atti normativi che ne deriva prevede, tra le altre cose, interventi proprio su alcuni dei punti individuati nell’analisi:

 

  1. è stata prevista l’istituzione di un comitato nazionale degli ITS che promuoverà le attività di orientamento degli ITS presso le scuole superiori;
  2. è stato previsto un raccordo tra gli ITS e le lauree a orientamento professionale che potrebbe contribuire ad aggiungere valore segnaletico ai diplomi ITS e suscitare maggiore interesse dei giovani.

In futuro occorrerà monitorare se questi specifici interventi, unitamente agli altri ambiti di interesse della riforma e degli stanziamenti, aumenteranno l’attrattività degli ITS, oppure se sarà necessario prendere ulteriori misure correttive per favorire un’efficace integrazione degli ITS con il resto del panorama formativo post-secondario.

 

Note:
* Indire, “Panoramica sugli ITS”, dati aggiornati a ottobre 2022.
** Con un metodo simile abbiamo realizzato l’analisi sull’orientamento universitario dal titolo “Cosa fare (e cosa non fare) per attrarre studenti”

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