Il numero degli italiani iscritti ad un corso universitario è diminuito vertiginosamente negli ultimi 15 anni. Dall’anno accademico 2001/2002 a quello 2015/2016 gli atenei italiani hanno perso più di 80 mila iscritti. Che sia tutta colpa dell’orientamento unviersitario?
Perché non è solo colpa dell’orientamento universitario
Questa decrescita è figlia della riduzione del numero di immatricolati: 58 mila in meno rispetto a 15 anni fa. Mentre gli immatricolati sono ripresi a crescere da un paio di anni, il numero di iscritti è ancora in declino. Guardando attentamente al grafico in riferimento, può ricordare — per forma e non contenuti — il famoso “Elephant Chart”. La speranza è che, come in quest’ultimo, la proboscide — ovvero una crescita del numero degli iscritti — venga tracciata nei prossimi anni.
La riduzione degli iscritti è da considerarsi anche alla luce dell’invecchiamento della popolazione. Se 15 anni fa c’erano circa 6,1M di ragazzi nella fascia di età compresa tra i 20 ed i 29 anni, nel 2016 erano soltanto 5,6M. Guardando infatti al peso relativo degli iscritti all’università, questo dato è rimasto abbastanza costante nel corso del tempo e pari a circa il 30% della popolazione. Ciò che è andato a diminuire è invece il rapporto tra i nuovi immatricolati ed i giovani tra i 20 ed i 24 anni (dal 10,16% all’8,87%), dimostrando che comunque, in termini relativi, c’è una minore propensione ad iscriversi all’università.
Perché è colpa dell’orientamento universitario
Con soltanto il 26% di laureati nella fascia 30–34 anni, risultato peggiore in Europa dopo la Romania, l’Italia è già carente laureati. Per migliorare questa statistica c’è un bisogno che il numero di iscritti torni a salire in fretta.
Una delle cause della bassa partecipazione universitaria è la scarsa qualità dell’orientamento universitario. Nella maggior parte dei casi la scelta del percorso di laurea avviene senza adeguate informazioni. Molto spesso è inoltre dettata da fattori soggettivi come i consigli di parenti ed amici. Le iniziative di orientamento universitario effettuate nelle scuole, che dovrebbero presentare ai ragazzi le diverse prospettive di studio, sono realizzate principalmente a livello dei singoli atenei. Questi in realtà hanno come obiettivo quello di promuovere i loro corsi, senza porre la giusta attenzione sugli effettivi sbocchi lavorativi.
Per questo motivo abbiamo scritto la prima guida all’università che, tenendo in considerazione le esigenze presenti e future del mercato del lavoro, vuole indicare come sfruttare le potenzialità dell’istruzione universitaria.