I bilanci delle università italiane

By: Angelo Rossi0 comments

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I dati sui bilanci delle università italiane

La pandemia ha colpito duramente anche i bilanci delle università che hanno dovuto riorganizzarsi a causa della didattica a distanza e questo ha comportato un riassetto della struttura operativa degli stessi.

Attraverso l’analisi del Sistema Informativo delle Operazioni degli Enti Pubblici tenuto dalla Banca d’Italia, con l’Osservatorio Talents Venture abbiamo analizzato 71 bilanci delle università presenti nel database per valutare i cambiamenti nelle voci di spesa. I dati più interessanti sono 3:

  1. sono aumentate le spese IT relative alla didattica a distanza (+20%). I circa 45 milioni aggiuntivi sono serviti principalmente per acquistare hardware, software e licenze di utilizzo software. In termini relativi, la voce che è aumentata maggiormente riguarda l’acquisto di tablet e dispositivi di telefonia fissa e mobile, che è più che raddoppiata rispetto all’anno precedente;
  2. guardando alla totalità dei pagamenti, tra le voci che sono aumentate maggiormente e strettamente legate alla condizione pandemica emergenziale, troviamo i pagamenti per contratti di formazione specialistica nell’area medica, i trasferimenti alle aziende ospedaliere ed i servizi di pulizia e lavanderia;
  3. infine, la pandemia ha contribuito anche a ridurre alcune voci di costo come, ad esempio, quelle relative alle trasferte (come i rimborsi per viaggio e traslochi), quelle delle attività in presenza (le spese per organizzazione e partecipazione di convegni) e le spese per materie prime (come l’energia elettrica, carburanti e gas).

I bilanci delle università sono migliori di quelli pre-pandemia

L’analisi dei bilanci delle università fornisce una fotografia dei cambiamenti avvenuti all’interno degli atenei nell’ultimo anno. Paradossalmente gli atenei si trovano in una situazione economico finanziaria migliore rispetto a quella pre-pandemia e pertanto potranno contare anche su risorse aggiuntive per la programmazione della ripresa.

Alla luce dei cambiamenti avvenuti nell’ultimo anno, quali saranno i trend desinati a rimanere? E come potranno le università capitalizzare e rendere utili anche nei prossimi anni, gli investimenti realizzati che presupponevano una didattica a distanza?

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