Il referto della Corte dei Conti sul sistema universitario

By: Angelo Rossi0 comments

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Quattro dati del referto sul sistema universitario

La scorsa settimana è stato pubblicato dalla Corte dei Conti il Referto sul sistema universitario. Oltre che a lusingarci per aver citato uno degli studi realizzati dall’Osservatorio Talents Venture, il rapporto presenta un’interessante chiave di lettura del mondo universitario.

Nelle 260 pagine di report, il Referto mette in luce alcuni aspetti interessanti sul sistema universitario, ne abbiamo selezionate quattro.

Il primo riguarda il numero di immatricolati che rimangono in corso ad un anno dall’iscrizione. Nel Sud e nelle Isole gli studenti conseguono in un anno solo il 50% dei CFU previsti, questa percentuale arriva al 66% per gli immatricolati nelle università del Nord-Est.

Il secondo dato è riferito all’internazionalizzazione dei nostri studenti. Poco più di un laureato su dieci ha svolto un periodo di studio all’estero.

La terza statistica riguarda il tasso di occupazione dei laureati, in lenta ripresa dopo la crisi del 2008, ma comunque al di sotto della media UE di circa 20 punti percentuali.

L’ultimo dato riguarda sempre l’aspetto occupazionale. Le limitate prospettive occupazionali spingono sempre più laureati a lasciare il nostro Paese. Rispetto al 2013, questo numero è aumentato del 40%. La “fuga di cervelli” non è compensata da un analogo afflusso di persone altamente qualificate dall’estero: il saldo netto è, dunque, negativo.

Due considerazioni sul sistema universitario

Alla luce di tali dati, le prospettive che possono aprirsi sul sistema universitario presuppongono due considerazioni principali relative all’accesso e all’uscita del percorso universitario.

Venendo alla prima, come riporta la Corte dei Conti, è necessaria un’opera di aggiornamento e completamento dell’attuale normativa, considerato l’elevato livello raggiunto dalle tasse universitarie. Un’accelerazione richiede, in particolare, l’attuazione della disciplina del diritto allo studio che contiene aspetti ancora inattuati come il Fondo per il merito, la disciplina del prestito d’onore, nonché la mancata entrata a regime dell’Osservatorio nazionale per il diritto allo studio universitario.

La seconda considerazione riguarda le scarse prospettive occupazionali dei laureati, causate, secondo la Corte dei Conti, dalla bassa domanda da parte di un settore produttivo caratterizzato da piccole e medie imprese. In Italia abbiamo bisogno di più posti di lavoro per i laureati. Come già ribadito più volte anche da noi, lavorare sull’istruzione universitaria in un mercato del lavoro scarno di opportunità per i laureati è come realizzare un programma di educazione alimentare durante una carestia.

L’università è una potente leva per il tessuto sociale e produttivo del nostro paese. Abbiamo bisogno di formare capitale umano qualificato affinché possiamo avere dei cittadini competenti in grado non solo di soddisfare le esigenze delle imprese attualmente esistenti, ma di creare anche dei nuovi posti di lavoro.

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