Le università italiane sono molto presenti sul territorio

By: Angelo Rossi0 comments

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Le università italiane sono presenti in 205 comuni

Le università italiane sono molto presenti sul territorio, forse anche troppo.

In un mondo sempre più globalizzato in cui i servizi e le esperienze vengono fruite in maniera digitale, vogliamo analizzare l’aspetto relativo alla presenza delle università italiane in territori diversi dalla sede centrale con l’obiettivo di fornire dei dati per domandarsi se queste strutture avranno ragione di esistere o meno nei prossimi anni.

Al netto degli atenei telematici, sono 4 alcuni dei dati più interessanti.

Il primo riguarda i comuni. Da Troina (in provincia di Enna) a Gemona del Friuli (provincia di Udine) sono 205 i comuni che ospitavano almeno uno dei 5.117 corsi di laurea nell’anno accademico 2020/2021.

Il secondo è relativo alla concentrazione e dispersione dei corsi di laurea. In 3 comuni, Roma, Milano e Napoli, si concentra più di un quinto dei corsi di laurea. Al contrario, in 56 dei 205 comuni, viene offerto solo un corso di laurea.

La terza statistica è su un ateneo. La Sapienza di Roma è infatti l’università che offre i suoi corsi di laurea in più comuni: sono 15 oltre che a Roma.

Infine, se si guarda la totalità dell’offerta formativa, è l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli l’ateneo con i corsi di laurea più dislocati su tutto il territorio. Solo il 30% circa dei corsi sono svolti nella sede principale di Napoli. Il restante 70% è dislocato in altri 8 comuni della Regione.

Solo lezioni in presenza o anche DAD per le università italiane?

Dopo che le università italiane sono state bravissime a spostare le attività didattiche online durante la pandemia, si sta discutendo molto di quale potrebbe essere il modello di istruzione a lungo termine. Quante e quali lezioni potranno essere condotte a distanza e quali attività invece verranno mantenute in presenza.

Questo dibattito durerà a lungo, anche alla luce delle discussioni che si stanno facendo in Parlamento per quanto riguarda l’obbligo vaccinale per studenti e professori, per garantire una totale ripresa delle lezioni in presenza in sicurezza, mantenendo la didattica a distanza solo per chi non fosse vaccinato.

Considerata la crescente digitalizzazione e competizione internazionale e considerando che durante la pandemia le università italiane sono state bravissime a spostare le attività didattiche online nel giro di pochissimi giorni, le sedi dislocate sui diversi territori e nei piccoli comuni d’Italia avranno ragione di esistere nei prossimi anni?

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