Il futuro delle donne nel settore ICT

By: Angelo Rossi0 comments

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Le donne rischiano di rimanere fuori dal settore ICT?

L’introduzione delle nuove tecnologie e della digitalizzazione, fenomeno indicato come la “quarta rivoluzione industriale”, sta avendo un impatto sulla società attraverso cambiamenti nel modo in cui le persone vivono, lavorano e interagiscono tra loro. Ci sono due aspetti che possono aiutarci ad inquadrare questo fenomeno.

Il primo riguarda la grandezza. Nel 2020, in Europa c’erano circa 8,4 milioni di persone che lavoravano nel settore ICT. In Italia, si contavano circa 800 mila specialiste e specialisti. Se a livello europeo i lavoratori ICT rappresentavano il 4,3% della forza di lavoro totale, in Italia questa quota si fermava al 3,6%.

Il secondo aspetto invece è relativo al trend. A livello europeo, il numero delle persone impiegate nel settore ICT è cresciuto del 50% dal 2011 al 2020. In Italia, invece,  ci si è fermati all’8%. Per l’intera Europa, la crescita è stata di circa 9 volte maggiore rispetto all’incremento dell’intero mercato del lavoro nello stesso periodo (mentre per l’italia ci si è fermati a 5,8 volte).

Tanti dati che possono aiutarci a due considerazioni più qualitative. La prima più generale e la seconda specifica al ruolo delle donne nel settore ICT.

Considerando il livello più generico, emerge che l’Italia è tra i paesi in Europa con meno lavoratori ICT sul totale della popolazione. Come se non bastasse, quelli che abbiamo sono poco specializzati (la maggior parte infatti non ha nemmeno la laurea triennale) e per lo più uomini.

Proprio da qui scaturisce la seconda considerazione. Non solo i lavoratori attuali sono principalmente uomini, ma le donne rischiano di rimanere escluse da questo segmento di mercato di lavoro ad alto valore aggiunto anche nel futuro. Ad oggi infatti, all’interno dei corsi di laurea ICT, le ragazze rappresentano solamente il 14% del totale degli iscritti. Il dato è ancora più spaventoso se si considera che le donne iscritte ad un corso di laurea ICT rappresentano solamente lo 0,3% di tutti coloro che frequentano l’università. Ci sono tuttavia delle eccellenze come ad esempio quella della Bocconi, dove la partecipazione femminile si attesta al 47% nel corso in Cyber Risk Strategy and Governance.

Nel mondo del lavoro del futuro serviranno sempre di più le competenze ICT. Tuttavia sappiamo che ad oggi le ragazze non scelgono di intraprendere questi studi. Il rischio è quindi quello di vedere le donne italiane escluse dalla fetta di mercato di lavoro del futuro che ha maggiori possibilità di crescita e bisogno di professionalità a valore aggiunto.

Secondo voi, quali azioni efficaci possono essere realizzate per contrastare questo rischio?

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