Le donne rischiano di rimanere fuori dal settore ICT?
L’introduzione delle nuove tecnologie e della digitalizzazione, fenomeno indicato come la “quarta rivoluzione industriale”, sta avendo un impatto sulla società attraverso cambiamenti nel modo in cui le persone vivono, lavorano e interagiscono tra loro. Ci sono due aspetti che possono aiutarci ad inquadrare questo fenomeno.
Il primo riguarda la grandezza. Nel 2020, in Europa c’erano circa 8,4 milioni di persone che lavoravano nel settore ICT. In Italia, si contavano circa 800 mila specialiste e specialisti. Se a livello europeo i lavoratori ICT rappresentavano il 4,3% della forza di lavoro totale, in Italia questa quota si fermava al 3,6%.
Il secondo aspetto invece è relativo al trend. A livello europeo, il numero delle persone impiegate nel settore ICT è cresciuto del 50% dal 2011 al 2020. In Italia, invece, ci si è fermati all’8%. Per l’intera Europa, la crescita è stata di circa 9 volte maggiore rispetto all’incremento dell’intero mercato del lavoro nello stesso periodo (mentre per l’italia ci si è fermati a 5,8 volte).
Tanti dati che possono aiutarci a due considerazioni più qualitative. La prima più generale e la seconda specifica al ruolo delle donne nel settore ICT.
Considerando il livello più generico, emerge che l’Italia è tra i paesi in Europa con meno lavoratori ICT sul totale della popolazione. Come se non bastasse, quelli che abbiamo sono poco specializzati (la maggior parte infatti non ha nemmeno la laurea triennale) e per lo più uomini.