Le rette universitarie italiane

By: Angelo Rossi0 comments

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Costo medio delle rette universitarie

Come ogni anno il MIUR ha pubblicato i dati sulla contribuzione studentesca da cui è possibile analizzare il costo delle rette universitarie medio annuo che gli studenti paganti versano per il proprio percorso di studi.

Nell’anno accademico 2019/2020, mediamente ogni studente pagante è stato chiamato a sborsare circa 1.800€. Tra gli studenti delle università private il valore arrivava quasi a € 5.200 mentre per quelli delle pubbliche si fermava a € 1.350.

Dopo anni di crescita considerevoli, le rette universitarie sono aumentate solo dell’1% rispetto all’anno precedente.

Guardando ai risultati fatti registrare invece dalle singole università, negli ultimi sei anni sono stati otto gli atenei in cui le rette universitarie sono continuate ad aumentare:

  • tre atenei privati (Luiss, Bocconi e IULM) e uno pubblico (Bicocca) al Nord Italia;
  • tre atenei nel centro (l’università per stranieri di Perugia, l’università Foro Italico a Roma e Macerata);
  • uno nel Sud (Palermo).

Le rette universitarie più costose e più economiche

Con quasi 10.300€ di retta media annua, l’università più costosa rimane quella di Scienze Gastronomiche a Pollenzo. Quella più economica, con una retta di circa 590€, è l’università per stranieri Dante Alighieri a Reggio Calabria.

Gli aspetti da non sottovalutare

Una retta di 1.800€ l’anno può sembrare contenuta (specie se si compara al regno unito o agli stati uniti) tuttavia tre considerazioni non devono essere sottovalutate.

La prima è una prospettiva di tendenza: negli ultimi cinque anni le rette sono aumentate mediamente quasi del 20%.

La seconda riguarda un confronto europeo. Secondo Eurydice, l’Italia è tra i paesi del vecchio continente che presenta le rette universitarie più elevate in assoluto.

La terza valutazione riguarda il numero limitato di borse di studio. Sempre lo stesso rapporto afferma che solamente il 14% degli studenti riesce ad ottenere un aiuto dallo Stato. Queste percentuali sono nettamente più elevate in paesi come Francia e Spagna dove si supera 30%.

All’interno del PNRR sono previsti 500 milioni di euro in borse di studio che dovrebbero corrispondere a circa 125mila borse aggiuntive da qui al 2026. Un numero che dovrebbe far spostare solamente di qualche punto percentuale la quota di studenti beneficiari di sussidi.

Secondo voi quindi, da chi, con quale mix e con quali strumenti saranno sostenute le spese universitarie nei prossimi anni?

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