Quali corsi di laurea sono cresciuti di più nel post-pandemia?

By: Angelo Rossi0 comments

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Medicina, arte e cura personale tra i corsi di laurea più cresciuti

Guardare alle immatricolazioni dei corsi di laurea 2020/2021 potrebbe essere una buona strategia per immaginare l’economia post-Covid.

Vaccini sì, ma anche una buona dose di arte e comprensione delle persone. Rispetto alle discipline più scelte, nell’anno della pandemia, aumentano, forse in modo aspettato, gli immatricolati per i corsi in Scienze e tecnologie farmaceutiche.

La notizia però è che di non solo medicinali dovrà vivere l’uomo post-Covid ma anche di Arte e supporto alle persone.

Tre sono infatti i dati interessanti che meritano un approfondimento.

Il primo riguarda il gruppo di laurea in Arte e Design che quello che è cresciuto di più nell’ultimo anno. A guidare l’incremento ci sono le Discipline delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della Moda, corsi di laurea conosciuto come DAMS, i cui immatricolati continuano ad aumentare ogni anno da cinque anni a questa parte.

Il secondo dato interessante riguarda le materie scientifiche. Aumentano gli immatricolati in scienze e tecnologie informatiche e in statistica mentre fanno registrare una lieve flessione gli immatricolati nella classe di laurea in ingegneria industriale che racchiude i corsi in ingegneria meccanica, gestionale, elettrica, chimica e così via.

Terzo ed ultimo dato riguarda la cura della persona. Nell’anno della pandemia crescono gli immatricolati in Scienze e tecnologie farmaceutiche, dopo che erano stati fermi nell’anno precedente. Bene anche i corsi di laurea all’interno del gruppo Psicologico, tra cui spicca la crescita degli immatricolati in Sociologia e in Scienze e tecniche psicologiche. Boom per il corso in Scienze sociali per la cooperazione, lo sviluppo e la pace che è la classe di laurea ad aver registrato un maggior incremento di immatricolati rispetto all’anno precedente.

Questi corsi di laurea continueranno la loro ascesa?

I dati sulle immatricolazioni post-covid ci lasciano con molte sorprese e sarà interessante vedere quali corsi continueranno la loro ascesa anche nei prossimi anni. Le conseguenze su cui varrebbe la pena riflettere sono due.

Da un lato ci si deve occupare di creare posti di lavoro per quei corsi di laurea, ad esempio DAMS, che ad oggi fanno registrare una domanda crescente di studenti ma in prospettiva offrono un lavoro solamente al 50% dei laureati ad un anno dalla laurea magistrale.

Dall’altro lato bisogna lavorare per formare i ragazzi e le ragazze con percorsi paralleli ai corsi di laurea che permettano loro di acquisire competenze riutilizzabili per lavorare in settori diversi da quelli in cui ci si immaginava di poter trovare un’occupazione quando ci si era iscritti all’università.

Concludiamo con una domanda, cosa ne pensate di un modello di partnership università-bootcamp in cui gli immatricolati nei corsi di laurea non-Stem possano seguire, in parallelo alle lezioni universitarie, dei corsi che diano loro delle competenze tecnologiche e digitali basilari così da aiutarli nel posizionarsi efficacemente nel mercato del lavoro?

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