Quanto pesa l’assenza di lavoratori e lavoratrici ICT?

By: Sofia Alessandra Leone0 comments

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La pandemia ha dato una brusca accelerazione alla digitalizzazione delle aziende e delle istituzioni italiane. Ma ancora non abbiamo raggiunto un buon livello: è più che mai urgente allineare l’Italia agli altri Paesi europei. Solo così sarà possibile contribuire al progresso di tutta la società. Da queste premesse cercheremo di capire perché c’è sempre più bisogno di  persone che si occupino di ICT.

5 dati per inquadrare il contesto

Il primo riguarda il numero di aziende nel settore informatico in Italia: nel 2019 erano poco meno di 90.000. Stiamo parlando di tutte quelle imprese che si occupano della produzione di software, di offrire servizi di consulenza informatica e di altre attività connesse ai servizi d’informazione e informatici. Un settore, quindi, fondamentale per rispondere ai cambiamenti della Quarta Rivoluzione e della Digital Transfomation

Ma di quante aziende stiamo parlando rispetto al totale delle imprese italiane? Si tratta solo del 2%, una ristretta minoranza.

Di queste aziende quasi la totalità, il 94%, contava meno di 9 persone nel proprio organico di dipendenti.

Sorge ora spontanea una domanda: quante persone che hanno conseguito una laurea in un corso di informatica o magari di ingegneria informatica escono ogni anno dalle università italiane? Parliamo di poco meno di 7.000 persone.

Un numero che di per sé non significa molto, ma se rapportato al numero di aziende ci dice che circa 13 aziende nei settori ICT competono tra di loro per l’assunzione di una sola persona laureata in informatica o ingegneria informatica.

 

Non dare per scontato nulla

Nel quadro che abbiamo analizzato però stiamo dando per scontate due considerazioni che in realtà amplificano ancora di più i problemi di skills gap e skills mismatch.

La prima. Non sono solo le aziende ICT hanno bisogno di persone laureate in informatica. Anche le aziende che operano in altri settori necessitano di queste figure. Seguendo questo ragionamento, se considerassimo, quindi, che la totalità delle imprese italiane sia alla ricerca di questi profili avremo 625 aziende pronte a competere per assumere ogni persona neo-laureata in informatica o ingegneria informatica. Una gara persa in partenza a causa di uno skills gap molto accentuato.

mancano persone esperte di ICT

La seconda considerazione che viene data per scontata riguarda lo skills mismatch. Nel quadro che abbiamo analizzato stiamo dando per assodato che le persone laureate abbiano tutte le competenze richieste dalle aziende (ad esempio conoscere e applicare l’ultimo linguaggio di programmazione). Ma molte delle volte non è così: spesso le persone laureate non possiedono le competenze necessarie per svolgere quel lavoro o non le hanno sviluppate abbastanza a causa di una preparazione universitaria fin troppo teorica. Stiamo parlando del cosiddetto skills mismatch.

Mancano persone esperte in ICT

Come si diceva in apertura, la pandemia ha dato una brusca accelerazione alla digitalizzazione del nostro paese e forse ci ha fatto pensare di essere sulla buona strada. Ma in realtà la questione è molto più complessa.

Il punto è chiaro: non ci sono abbastanza persone specializzate nelle ICT che ci consentirebbero di accompagnare il processo di digitalizzazione e sviluppo del Paese.

 

Il problema è urgente e per cercare di porre rimedio velocemente ipotizziamo tre strade, da seguire in parallelo.

  • La prima, più di lungo periodo, riguarda l’aumento degli immatricolati nei corsi di informatica ed ingegneria informatica. Tuttavia, il mondo del lavoro ha bisogno di risposte immediate. Pertanto arrivano in soccorso altre due iniziative.
  • Se vogliamo rimanere nel mondo universitario, scarseggiando determinate tipologie di laureati, una possibile soluzione è quella di pescare nei corsi simili che propongono diversi insegnamenti sulle competenze ricercate. Per fare un esempio concreto, se non riesco a trovare laureati in statistica, potrei cercare il profilo di cui ho bisogno tra i corsi di laurea di management o economia politica che presentano molti insegnamenti quantitativi.
  • L’ultima alternativa esula dal mondo universitario e riguarda la creazione di nuovi bootcamps e academies che offrano corsi brevi, altamente specializzati, che abbiano come obiettivo quello di formare nuove persone competenti, con le ultime competenze richieste dal mercato del lavoro.

 

L’assenza di professionisti e professioniste ICT rappresenta allo stato attuale un grosso freno alla crescita di questo paese.

Come possiamo fare un balzo in avanti?

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