Siamo ultimi per personale nel settore ICT con la laurea

By: Angelo Rossi0 comments

Condividi questo articolo!

Sempre di più nei prossimi anni, la nostra forza lavoro dovrà essere composta da personale con competenze digitali. Ma l’Italia ha il numero di laureati nel settore ICT sufficienti?

Nel presente e nel futuro del mercato del lavoro sarà sempre più necessario possedere le competenze digitali. Alla luce di ciò sono interessanti due dati presenti nelle “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine” pubblicato dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere ed Anpal.

1) Tra il 2021 e il 2025, nelle imprese e nel comparto pubblico, le competenze digitali di livello intermedio, come l’uso di tecnologie internet, di strumenti di comunicazione visiva e multimediale, saranno richieste a circa 2 milioni di occupati (circa il 57% del fabbisogno totale). La capacità di utilizzare gli strumenti elementari del digitale è ormai una competenza di base che tutti i lavoratori debbono possedere, e saranno rilevanti non solo per tecnici informatici, ma anche per professori, specialisti in scienze sociali, addetti alla contabilità e così via.

2) Nello stesso periodo si avrà bisogno di circa 900 mila figure con skill digitali di grado elevato, ovvero quasi un quarto di tutta la nuova forza lavoro. Anche in questo caso, la domanda di competenze digitali interesserà sia figure professionali già esistenti quanto nuove professioni emergenti, come ad esempio data scientist, big data analyst, cloud computing expert, cyber security expert, artificial intelligence system engineer.

Tuttavia, alla luce di questi dati è interessante effettuare due valutazioni relative all’attuale forza lavoro e popolazione studentesca.

La prima riguarda l’attuale forza lavoro. L’Italia è il paese in Europa con la più bassa quota di lavoratori nel settore ICT laureati. Fatto 100 il numero di persone che lavora nell’ICT, meno di 40 hanno almeno una laurea triennale. Questo valore è di 10 punti percentuali più basso della Germania, penultima nazione in questa classifica e quasi 25 punti percentuali della media europea.

Il secondo dato prende in considerazione gli immatricolati nei corsi di laurea nel settore ICT. Questi infatti sono solamente il 2,5% del totale. Il valore arriva a sfiorare il 15% se si prendessero in considerazione anche gli immatricolati nei corsi di laurea di ingegneria industriale e dell’informazione.

Secondo voi come è possibile quindi invertire la tendenza affinché i lavori a più alto valore aggiunto che nasceranno nei prossimi anni potranno essere svolti da presone con le adeguate competenze che, auspicabilmente, potrebbero realizzare innovazioni ed imprese, in grado di sviluppare nuovi posti di lavoro ad oggi non previsti e nemmeno lontanamente immaginabili?

Related post

Leave A Comment