Le università telematiche aumentano i loro iscritti

By: Angelo Rossi0 comments

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Quando parliamo di università è facile pensare subito a quelle più tradizionali, ma non ci dobbiamo dimenticare delle università telematiche. Queste università infatti sono sempre più frequentate.

Negli ultimi anni sempre più persone hanno scelto di intraprendere il proprio percorso formativo nelle università telematiche. Ci sono cinque numeri che possono aiutarci a conoscerle meglio.

  1. Prima di tutto, quante sono le università telematiche in Italia? In totale sono 12 di cui 4 sono atenei di media grandezza, che contano più di 1.000 immatricolati, mentre 6 sono più piccoli. Per i 2 restanti non è possibile quantificarne il numero perché non sono stati comunicati i dati al ministero.
  2. Il secondo dato riguarda il numero di immatricolati. Solo nell’ultimo anno accademico 2020/21 sono stati 17.735. In un’ipotetica classifica degli atenei per numero di immatricolati, l’insieme delle università telematiche si classificherebbe al secondo posto, dietro solo alla Sapienza.
  3. Un terzo punto su cui porre attenzione è la veloce crescita del numero di persone che sceglie di iscriversi nelle università telematiche. Infatti, negli ultimi dieci anni il numero degli immatricolati è quasi quadruplicato.
  4. Il quarto aspetto riguarda l’offerta formativa: nell’ultimo triennio è cresciuta del 39%. Sono infatti stati aggiunti ben 51 corsi di laurea solo negli ultimi tre anni. Gran parte di questo incremento è dovuto alle Università Cusano e Pegaso che hanno arricchito la loro offerta con 32 corsi.
  5. Infine uno sguardo merita di essere dato alla tipologia dei corsi di laurea. La maggior parte delle immatricolazioni nelle università telematiche si contano nei corsi di laurea triennale, soprattutto in quelli dell’area di scienze politiche, economica e ingegneristica.

A questo punto, dovreste avere un’immagine più chiara e definita di come le università telematiche si stanno affermando. Vista la loro importanza occorre, però, prestare attenzione ad almeno tre aspetti:

  1. il primo punto riguarda la concentrazione del settore delle università telematiche. Di recente il fondo di Private Equity CVC ha acquisito due delle più grandi università telematiche la Pegaso e Mercatorum, creando il gruppo Multiversity;
  2. la seconda considerazione riguarda il vantaggio competitivo delle telematiche alla luce di quanto avvenuto con la pandemia. Le università tradizionali hanno investito per attrezzarsi tecnologicamente al fine di offrire una didattica a distanza o quanto meno ibrida. Inoltre, diversi player del big tech, minacciano di entrare o lo hanno già fatto (si veda Google) nel mondo dell’education;
  3. terza ed ultima riflessione riguarda il valore legale del titolo di laurea. In alcuni casi il conseguimento della laurea è condizione necessaria per ottenere ad esempio uno scatto di carriera all’interno delle aziende o un accesso a determinati concorsi pubblici. A tal fine le università telematiche sono un’ottima alternativa a quelle tradizionali per ottenere un titolo di laurea in maniera più flessibile.

Tuttavia il posizionamento delle università telematiche può essere riconsiderato alla luce di due aspetti:

  1. il mercato del lavoro privato sembra dare sempre minor peso al curriculum accademico a vantaggio delle effettive competenze possedute;
  2. almeno nell’epoca pre-Covid e PNRR, il mercato del lavoro pubblico offriva limitate opportunità di carriera.

Alla luce di una riduzione del valore reale o quantomeno percepito del titolo di laurea, anche questo vantaggio competitivo degli atenei telematici potrebbe essere messo in discussione.

Considerati i dati e le riflessioni condivise in questa puntata sulle università telematiche, quale pensate sarà il ruolo di questi atenei nel futuro?

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