Studenti stranieri in Italia: come aumentarli

By: Angelo Rossi0 comments

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Avevamo già parlato del fatto che gli studenti stranieri in Italia fossero pochi in un altro articolo. Oggi ci chiediamo cosa si può fare per rendere i nostri atenei più internazionali.

Partiamo dicendo che la quota di immatricolati stranieri in Italia è rimasta pressoché la stessa da 4 anni a questa a parte e pari ad un 5,35%. Si tratta di un numero che negli ultimi 10 anni non è aumentato nemmeno di un punto percentuale.

Se però proviamo a guardare da un’altra prospettiva possiamo pensare che c’è ampio margine di manovra per trovare soluzioni innovative al problema.
Per poterci riuscire dobbiamo addentrarci nella questione ancora una volta e delinearne ancora meglio i contorni, guardando a tre componenti dell’internazionalizzazione.

1. La prima riguarda gli studenti stranieri nei nostri atenei. Le nostre università accolgono persone provenienti da 161 paesi, ma per oltre un terzo provenienti da Romania, Albania, Cina e Marocco;

2. La seconda componente riguarda l’offerta di corsi di laurea in lingua inglese. Questi sono il 16,5% del totale. Vi è una maggior presenza dei corsi inglesi nelle lauree magistrali e nel gruppo dalle lauree tecnologiche e ICT;

3. Infine, l’ultimo aspetto dell’internazionalizzazione riguarda le persone laureate negli atenei italiani che vanno a lavorare all’estero. Gli occupati nel gruppo linguistico sono quelli che trovano più facilmente un’occupazione fuori dall’Italia.

Durante il convegno sull’internazionalizzazione delle università alla luce del PNRR, svoltosi la scorsa settimana presso l’Università Campus Bio-medico, abbiamo presentato tre livelli di possibili strategie per rendere l’università più internazionale.

  1. La prima strategia riguarda una comunicazione efficace. Le università possono utilizzare a lavoro vantaggio i ranking, strumento principe usato da studenti stranieri per decidere in quali atenei andare a studiare e possono targetizzare al meglio i paesi da cui attrarre cluster di studenti.
  2. La seconda strategia prevede lo sviluppo di infrastrutture soft: gli atenei devono aumentare l’offerta formativa di corsi di laurea in lingua inglese nelle aree maggiormente richieste dagli studenti stranieri e devono attrarre personale docente estero che al momento scarseggia nelle università italiane.
  3. Infine, e questa è la terza strategia, è necessario investire nelle infrastrutture hard: alla luce di quanto previsto nel PNRR, il numero di posti letto disponibili per gli studenti universitari dovrà essere triplicato nel prossimo triennio. L’auspicio è che, a questo aumento quantitativo, possa corrispondere anche un incremento qualitativo della campus life degli studenti.

Andando incontro ad una crisi demografica, i giovani italiani saranno sempre di meno. Il quadro generale pertanto è più che mai chiaro: abbiamo bisogno di attrarre più studenti stranieri. Per farlo dobbiamo strutturare una strategia a lungo termine e iniziare ad attuarla il prima possibile.
Quale leva pensate sia prioritario azionare?

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