Docenti internazionali: in quali università sono più presenti?

By: Sofia Alessandra Leone0 comments

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Abbiamo iniziato questo 2022 con alcune domande che riguardano i (e le) docenti internazionali nelle nostre università: quante persone sono? Quanto sono capaci i nostri atenei di attrarre il proprio personale docente fuori dai confini nazionali? E quali sono le caratteristiche degli atenei che meglio sanno rendersi appetibili per questa docenza straniera?

Troviamo risposta nei prossimi paragrafi.

 

Un’analisi dettagliata

Se prendiamo in considerazione tutte le persone docenti internazionali nelle università italiane, ci sono quattro aspetti interessanti che vale la pena menzionare:

  1. Il primo riguarda l’inquadramento contrattuale: fatto 100 il personale titolare di un assegno di ricerca il 12,04% è straniero. All’estremo opposto, tra il personale docente ordinario o associato solamente l’1,23% è straniero.
  2. Il secondo aspetto riguarda la distribuzione geografica. Notiamo che l’area più coinvolta è quella del Nord Italia che conta un 6,6% di docenti stranieri a nord-est. Anche in questo caso, all’altro estremo troviamo il sud Italia con solamente l’1,5% dei docenti stranieri.
  3. Come terzo punto, concentriamoci ora sulla tipologia di atenei: quelli che ospitano più docenti internazionali con cittadinanza non italiana sono quelli telematici con una quota del 6,98% seguiti subito dopo da quelli privati con 6,39%. I docenti stranieri presenti negli atenei pubblici sono quasi la metà con una quota del 3,87%
  4. Infine, per quanto riguarda la grandezza delle università, in testa troviamo i piccoli atenei (quelli con meno di 1.000 immatricolati) con una quota media di 5,83% di docenti straniera e tra questi spicca l’Università di Bolzano con il 26,2%. L’Università di Torino e quella di Padova, con il 5,6%, sono i grandi atenei ad avere la quota più alta di docenti stranieri.

Miglioriamo ma senza lasciare indietro nessuno

Ciò che salta di più all’occhio è che la maggior parte di docenti internazionali è tra i ricercatori e ricercatrici, specie negli atenei privati e telematici. Questo ci lascia ben sperare rispetto ad una crescente spinta all’internazionalizzazione nel ricambio generazionale che avverrà nei prossimi anni.

L’auspicio è che il grado di internazionalizzazione delle (e dei) docenti internazionali e possa aumentare su tutto il territorio italiano, non andando ad accentuare le già grandi divergenze tra il nord ed il sud del Paese.

 

La domanda costruttiva

Far intervenire nella didattica sempre più personale docente proveniente fuori dai confini nazionali è senza dubbio motivo stimolati entrambi dal confronto di persone specializzate.

Perciò è necessario chiedersi su quali attività e infrastrutture dobbiamo porre attenzione per aumentare l’attrattività dei nostri atenei per docenti internazionali di altre nazioni e di conseguenza aumentare la competitività degli atenei a livello internazionale?

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