Il gender gap tra i professori universitari

By: Angelo Rossi0 comments

Condividi questo articolo!

Oggi torniamo a parlare di gender gap: è un tema che abbiamo già affrontato diverse volte prendendo in considerazione il punto di vista delle studentesse e delle lavoratrici. Oggi, invece, esamineremo il fenomeno in ottica del personale docente.

Le donne rappresentano il 40% del personale docente. Questo dato è sicuramente un buon punto di partenza, ma nonostante tale presupposto dietro a questa percentuale si nascondono diverse disparità di genere. Per capirle meglio, possiamo leggere questo dato attraverso quattro lenti diverse:

– La prima riguarda la classificazione in merito al livello di qualifica di insegnamento. Le donne infatti sono solo il 25% quando si tratta del titolo ordinario.
– La seconda classificazione che ci torna utile analizza il fenomeno del gender gap diviso per ateneo. Tra quelli più grandi, l’Università Statale di Milano è quella ad avere la quota di donne più elevata, sono il 46% tra tutto il personale.

– Per il terzo punto ci siamo chiesti in quale area disciplinare ci sia il maggiore gender gap. Le donne sono in presenza maggiore rispetto agli uomini solo in tre aree, si tratta di Scienze biologiche (57%), Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico artistiche (55%) e per poco nelle Scienze Chimiche (51%). Negli altri casi la presenza di donne tra il personale docente e di ricerca cala drasticamente fino ad arrivare a casi estremi come per Scienze fisiche ed Ingegneria industriale e dell’informazione che presentano rispettivamente il 24% e 22% di donne, come si può vedere nell’immagine qui sotto.

gender gap

– Infine, guardando solamente al ruolo di ordinario, la situazione risulta ancora più grave, in nessuna delle aree le donne raggiungono il 50%. Anche in questo caso le donne con titolo ordinario sono di meno nelle aree di Scienze fisiche (15%) e Ingegneria industriale e dell’informazione (12)%.

Vista questa condizione di evidente disparità d’accesso ai titoli di insegnamento ordinario soprattutto nelle aree disciplinari STEM, possiamo soffermarci a riflettere su due considerazioni principali:

  1. In media ci sono 4,8 docenti per ogni laureato, ma questo rapporto varia. Ad un estremo troviamo gli atenei più piccoli e privati che hanno un rapporto più diretto tra corpo docente e studenti, ci sono, ad esempio, 1,5 professori per ogni laureato all’Humanitas. Dall’altro lato troviamo gli atenei telematici. Tra questi spicca il caso di Pegaso con 379 laureati per ogni docente, un rapporto più di sei volte maggiore rispetto ad E-Campus, secondo ateneo, con 64 laureati ogni docente.
  2. Come secondo punto credo sia importante ribadire l’importanza di aumentare la presenza di donne tra il personale docente per ottenere un duplice obiettivo, come primo quello di offrire maggiori opportunità di insegnamento ordinario alle donne nelle discipline STEM e come secondo rinforzare l’immatricolazione delle ragazze nei corsi STEM incentivate dal non vedere solo professori uomini in questi percorsi.

Per concludere, c’è una domanda fondamentale che dobbiamo porci: quali sono le barriere di ingresso che non permettono alle donne di accedere all’insegnamento universitario, specie quando si tratta di ruoli ordinari?

Related post

Leave A Comment