THE settembre 2022

By: Sofia Alessandra Leone0 comments

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Il boom delle telematiche sta ridisegnando gli equilibri nel sistema universitario italiano: quali domande devono porsi gli atenei?

In 10 anni le università telematiche hanno più che compensato il numero di iscritti persi dalle università tradizionali.

 

CONTESTO

Nell’ultimo decennio le università telematiche in Italia hanno conquistato un posto di rilevanza all’interno del sistema universitario. La loro crescita si può misurare sotto tre diversi aspetti:

  • la dinamica nel numero di iscritti;
  • il confronto con gli atenei tradizionali;
  • la dimensione economica.

 

PERCHÉ È IMPORTANTE PARLARNE

In Italia, stiamo assistendo ad un forte declino demografico che, tra le molteplici conseguenze, sta spostando la domanda di istruzione verso la popolazione adulta. E su questo aspetto in particolare, le università telematiche sembrano partire più avvantaggiate in quanto sono in grado di conciliare una formazione a distanza con i tempi lavorativi.

Alla luce di ciò, il ruolo che le telematiche coprono all’interno del sistema universitario sta diventando sempre più significativo. In un mercato dinamico e sempre più competitivo come quello dell’istruzione universitaria, è necessario capire quali saranno i margini di crescita delle università telematiche mentre, allo stesso tempo, le università tradizionali sono chiamate a fare scelte di posizionamento.

 

I RISULTATI PRINCIPALI

La crescita delle università telematiche è attestata da sei diversi fattori:

 

  1. Gli iscritti alle telematiche sono più che quadruplicati rispetto a 10 anni, passando da circa 40mila iscritti nell’aa. 2011/2012 a oltre 185mila nell’aa. 2020/2021.
  2. In questi dieci anni, le Telematiche hanno aggiunto al sistema universitario 145 mila studenti. È un numero quasi 10 volte maggiore di quello registrato dalle Non Statali (+15 mila) ed in grado di compensare la perdita registrata dalle università Statali (-92 mila studenti).
  3. Nella classifica dei 20 atenei con più iscritti nell’a.a. 21/22, due sono telematici (Pegaso, in quinta posizione, e E-Campus in diciannovesima). Nell’a.a 11/12 non ce n’era neanche uno.
  4. Anche le università tradizionali aumentano l’offerta telematica e a distanza. Complessivamente, gli atenei tradizionali hanno aggiunto 67 corsi erogati in modalità telematica o mista negli ultimi 5 anni per cui sono disponibili i dati (50 solo nell’ultimo triennio).
  5. Il 54% degli atenei tradizionali (43 su 80) non ha corsi telematici. Prima del Covid era il 71% (57 su 80).
  6. Il gettito incassato dalle università telematiche è più che triplicato in 5 anni (da 172 milioni di euro a 571). Mediamente, cinque anni fa un ateneo telematico incassava in gettito circa il 40% di quanto incassava un ateneo Non Statale (38 milioni le telematiche le Non Statali, 14 milioni le telematiche). Nel 2020 le telematiche (48M di gettito medio per ateneo) hanno superato le Non Statali (46M di gettito medio) e le Statali (33M di gettito medio).

 

CONCLUSIONE

Il sistema universitario è in fermento e alla ricerca di nuovi equilibri. All’orizzonte ci sono tre sfide principali:

  1. la prima riguarda il calo demografico;
  2. la seconda, direttamente conseguente alla prima e relativa alla mancanza dei giovani, interessa la progettazione di una nuova offerta formativa universitaria diversificata non solo nei contenuti, ma anche nelle modalità di erogazione affinché si possano ingaggiare le fasce della popolazione più adulta;
  3. la terza concerne la crescente competizione dei players di formazione non tradizionali e differenti dalle università.

 

Queste sfide richiedono una scelta di posizionamento chiara.

  • A quale segmenti di mercato riferirsi?
  • Con quale contenuti formativi?
  • Con che modalità di fruizione dei corsi?
  • Con quali elementi distintivi rispetto ai concorrenti tradizionali (gli altri atenei, telematici e tradizionali) ed emergenti (Bootcamps, Acadamies e ITS)?

 

Queste sono alcune delle domande a cui le università telematiche e quelle tradizionali saranno chiamate a rispondere.

 

Gli atenei che non lo faranno rischiano di sparire dalla scena, così come sta accadendo in altri paesi del mondo.

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